Non c’è bisogno di una nuova norma elettorale

“Se un partito non riesce a raccogliere 334 firme per presentare il proprio simbolo nel Bellunese, o 584 nel Veneziano, come in provincia di Padova, Vicenza, Treviso o Verona, come pensa di poter raccogliere sufficienti voti, decine di migliaia per essere chiari, per eleggere un proprio rappresentante? Non mi si venga a parlare di mancanza di democrazia, opacità o chissà che altro”. Roberto Ciambetti, “La legge statale per la presentazione delle liste è in vigore e prevede la riduzione a un terzo delle firme necessarie. Non c’è bisogno di una nuova norma elettorale”residente del Consiglio regionale, non ha alcuna esitazione: “La legge statale 59 approvata lo scorso 20 giugno al senato prevede che le firme per presentare le liste siano ridotte a un terzo – spiega Ciambetti – La legge elettorale veneta viene automaticamente modificata da questa disposizione nazionale, che non ha bisogno di essere recepita attraverso una legge regionale: la legge nazionale 59 dice che siamo in emergenza Covid-19 per cui le firme necessarie per presentare i simboli si riducono a un terzo, cos’altro c’è da aggiungere? Chi oggi protesta sulla mancata presentazione di una ulteriore legge regionale per le elezioni, avrebbe probabilmente protestato, accusandoci di voler complicare ulteriormente le cose, se avessimo presentato una legge di modifica delle norme elettorali a poche settimane dal voto. Oppure – conclude Ciambetti – potremmo anche pensare che c’è chi, pur davanti all’opportunità di poter raccogliere solo un terzo delle firme previste dalla norma regionale, debba precostituirsi un alibi accusando gli altri, in questo caso la Lega, d’aver posto ostacoli insormontabili all’esercizio democratico, quando il vero ostacolo è il convincere poche centinaia di persone della bontà del loro programma. Fino ad oggi si è usata la faccenda delle firme per giustificare il continuo rinvio delle elezioni: la Legge statale 59 ha detto stop a polemiche inutili e pretestuose. La polemica forse può andar bene a chi non ha altri mezzi per far parlare di sé, ma adesso dobbiamo invece concentrarci su ben altre e più complesse faccende: stiamo per affrontare una crisi economico-sociale di portata epocale. Forse qualcuno non se ne è accorto.”