Cultura – Presentato il libro “El principe Butin” di Lucia Beltrame Menini, trasposizione nel dialetto della Bassa Veronese de “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry.

“La traduzione nel dialetto della Bassa Veronese de ‘Il Piccolo Principe’ ha dato un nuovo suono, il suono delle parole dei nostri nonni, a un libro tra i più famosi e tra i più tradotti nella storia della letteratura mondiale”. Sono le parole di Lucia Beltrame Menini, curatrice del libro ‘El Principe Butin’ (F.lli Corradin Editori, Urbana – PD), presentato oggi a Venezia, presso palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, trasposizione nel dialetto di San Pietro di Morubio, nella Bassa Veronese, dell’opera ‘Il Piccolo Principe’ di Antoine de Saint-Exupéry. “Si tratta di un’idea nata nel contesto del Festival della fiaba di Legnago. Avevo già tradotto nel nostro dialetto altre fiabe tradizionali come Cappuccetto Rosso, La bella addormentata, Cenerentola; di seguito, era stato suggerito un nuovo spunto, il Piccolo Principe – ha ricordato a margine della presentazione l’autrice – e ho aderito con entusiasmo a questa nuova impresa che mi ha offerto l’opportunità di conferire al libro suoni nuovi, quelli del nostro dialetto, il dialetto dei nostri progenitori, in particolare di mia nonna che ha sempre raccontato nella sua parlata tantissime fiabe appartenenti alla nostra tradizione”.

“La traduzione di questo capolavoro – ha affermato il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti – offre innanzitutto la possibilità di riscoprire termini che appartengono al patrimonio linguistico e culturale veneto, lungo il solco tracciato dalla Regione nel 2007, quando l’Assemblea legislativa approvò la legge n. 8, riconoscendo nella lingua veneta le specifiche parlate storicamente utilizzate nel territorio veneto e nei luoghi in cui esse sono state mantenute da comunità che hanno conservato in modo rilevante la medesima matrice. E poi, questa operazione di traduzione consente di riscoprire il libro, la pagina stampata, il libro inteso come oggetto da sfogliare, riporre nella propria biblioteca e magari riscoprire a distanza di anni. Fondamentale in questo caso specifico anche il contesto culturale in cui l’autrice si muove, ovvero la collaborazione con Mario Klein, direttore di Quatro Ciàcoe, che da decenni ci fa conoscere il Veneto e la nostra identità”.

“Un libro rigoroso – ha aggiunto Mario Klein – un’opera di 134 pagine, la ventesima dell’autrice, corredato dalle illustrazioni tratte dall’edizione originale del Saint-Exupéry, e da un glossario di 21 pagine contenente vocaboli e locuzioni ritenute di meno facile comprensione; un’opera rigorosa anche perché si rifà alla grammatica veneta del Belloni e al manuale di grafia veneta unitaria del 1995”.

“È stato senza dubbio un onore poter scrivere la prefazione del ‘Principe Butin’ e quindi di condividere la nuova versione di un capolavoro come il Piccolo Principe, che ha già ricevuto traduzioni in centinaia di lingue, scritta nel dialetto della Bassa Veronese – ha affermato la Consigliera regionale veronese Orietta Salemi nel corso della presentazione – e si tratta di una fatica che ripropone un dubbio che grava da sempre sulla pratica del tradurre: tradurre è tradire? La traduzione dev’essere fedele o infedele, letterale o libera? Al di là di un dibattito he dura da millenni, ritengo che la traduzione sia ad un tempo un atto di umiltà e di generosità. Di umiltà perché chi approccia la traduzione si lascia conquistare dalla parola, lascia che la parola penetri nel profondo, si lascia addomesticare dalla parole, citando le parole del Piccolo Principe. E di generosità perché il traduttore è spinto da un desiderio molto forte, quello di chi vuole condividere con altri l’opera, e in questo caso l’autrice lo fa tramite un testo adatto ai bambini, ma rivolto agli adulti che devono ricordarsi a loro volta di essere stati bambini, e che hanno mantenuto un rapporto di meraviglia con il mondo, un senso di serenità che traspare sia dall’autrice, sia dalla traduzione del libro”.