Michele Boato con questa sua guida conferma la sua vocazione alterna di uomo pronto ad offrire alternative e punti di vista inusuali, ma non per questo non interessanti, anzi, rispetto a quelli proposti dalla cultura dominante.

Parlare di turismo ecostenibile qui a Venezia, a pochi passi da San Marco, è una provocazione e una provocazione è la guida di Michele Boato: in stretto senso etimologico provocazione viene dal latino provocatio, composto di pro, cioè fuori o avanti, e “voco” chiamare: chiamar fuori. Boato ci chiama fuori dagli schemi comuni, ci chiama fuori dalle rotte tradizionali, ci chiama fuori dal consumismo per proporci una lettura responsabile del territorio, delle sue bellezze e occasioni di crescita che esso offre.

Il libro inizia con un luogo particolarissimo: Custozza nel Vicentino, con i suoi ventidotti e proprio questo primo capitolo, dedicato a un luogo simbolico dei colli Berici, mi suggerì la lunga citazione da Guido Piovene, che dei Berici fu fine conoscitore, di cui tratto nella mia introduzione alla quale vi rimando per non farvi perdere tempo ora: non vi faccia specie vedere un intellettuale di destra, un conservatore a tutto tondo, come Piovene accostato a un uomo della sinistra colta e dell’ambientalismo genuino come Michele Boato: la difesa dell’ambiente, la promozione di uno stile di vita che fugga dalla fretta e dal consumo irresponsabile, non sono temi di destra o di sinistra, di conservatori o progressisti. Sono sfide culturali che ci coinvolgono tutti, indipendentemente dal nostro credo politico. E questa guida alternativa al Veneto, credo sarebbe piaciuta molto a Guido Piovene e piacerà tanto a chi crede nell’intelligenza e nell’onestà intellettuale.

Roberto Ciambetti