(ANSA) – VENEZIA, 27 GIU – “Possiamo permetterci di mettere a rischio quanto fatto per contenere e contrastare l’espansione dell’epidemia da Covid-19 nei mesi scorsi? La risposta logica è no. E non ci sono alternative”. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, interviene nelle polemiche sulle posizioni espresse dal Garante dei detenuti che chiede “la modifica dei decreti Salvini grazie ai quali in questi mesi è stato possibile contrastare l’arrivo in Italia di migranti tra i quali, come abbiamo visto in queste ultime settimane, si trovano persone contagiate dal Coronavirus e quindi potenziali inneschi di nuovi focolai – ha detto Ciambetti – Il dovere dello Stato è garantire la sicurezza dei cittadini contro tutti i nemici, compresi i nemici della salute pubblica. Per mesi i cittadini veneti hanno rispettato rigorosamente le indicazioni di profilassi e sopportato la quarantena. Lo stesso è accaduto in Campania e anche a Mondragone: che oggi immigrati bulgari e un gruppo di rom, stando alle notizie, contagiati si permettano di mettere a rischio la salute pubblica è inaccettabile. Se abbiamo contenuto e respinto il Coronavirus lo si è fatto grazie a uno sforzo incredibile di chi è stato in prima linea, ma non dimentichiamo che la battaglia è stata vinta anche grazie alle retrovie, cioè ai cittadini che hanno sopportato fortissime limitazioni – continua Ciambetti – Purtroppo i dati relativi all’espansione del Covid in molte aree del pianeta sono più che preoccupanti e la curva dei contagi nell’Africa del Nord dai primi giorni di giugno ha conosciuto una impennata più che inquietante: tra Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco si stanno superando i 92mila casi ufficiali, anche se il dato libico con soli 698 casi al 26 giugno credo sia da prendere con molta cautela, vista la situazione di guerra del Paese. In tutto il continente africano l’ultimo dato parla di 359mila contagiati. Tuttavia occorre prudenza: prendiamo il dato dell’Arabia Saudita: 123mila casi in una nazione che conta circa 31 milioni e mezzo di abitanti e oltre 9 milioni di immigrati. Rispetto ai 62 mila contagiati registrati in Egitto su una popolazione di oltre 101 milione di abitanti, il dato dell’Arabia appare squilibrato, ma esso è frutto di maggiori controlli, maggiori tamponi e verifiche. Possiamo dire che il dato egiziano, il più elevato nel Nordafrica, è con tutta probabilità sottostimato e del tutto irreale quello libico attestato attorno a 703 contagiati. Sappiamo che nel Vicino e medio Oriente si parla di ondata di ritorno, tanto che Israele ha chiuso le sue frontiere dopo l’impennata delle ultime settimane. In India siamo arrivati a 510 mila contagiati e anche in questo caso l’impennata dell’espansione del contagio è partita da fine maggio e non si è ancora arrestata. La prudenza ci dice che controllare le frontiere comprese quelle marittime da un punto di vista sanitario ha una sua logica rigorosa e, checché ne dica il garante dei detenuti, la chiusura dei porti e uno strettissimo controllo è una norma di profilassi. Del resto il New York Times già un paio di giorni fa ha riportato una indiscrezione secondo la quale l’Unione Europea avrebbe intenzione di chiudere i voli da e per gli Usa, oltre che da e per Brasile e Russia, come forma preventiva. Se tale voce fosse confermata conclude Ciambetti – chiediamoci che senso ha bloccare il traffico aereo di turisti ma tenere aperto il traffico di immigrati clandestini e a maggior ragione in una nazione, l’Italia, dove s’è invocato il pericolo epidemia per impedire le elezioni sei regioni, ma non si riflette abbastanza su cosa potrebbe accadere se continuassimo nella strategia dell’accoglienza indiscriminata di chi giunge da aree altamente a rischio” (ANSA).