Lo spread scende. L’occupazione sale. Cala la disoccupazione. Diminuisce anche il debito pubblico. Milano e Cortina, cioè Lombardia e Veneto, trovano la fiducia internazionale e portano a casa le Olimpiadi Invernali. Nonostante il fuoco amico, l’Unesco riconosce alle Colline del prosecco il valore di bene dell’Umanità: altra scommessa vinta. In altri tempi, con diverse maggioranze di governo, questi dati fatti avrebbero occupato per giorni e giorni le prime pagine. Oggi, invece, devono lasciare la strada ad una valanga di ipotetici rubli lasciati dormire nel cassetto a lungo e chissà perché fatti saltar fuori proprio ora. Chissà perché? Visto che i mercati, contrariamente a quanto auspicava il commissario europeo Gunther Oettinger non sono riusciti ad insegnare agli italiani il modo giusto di votare, visto che Bruxelles ha dovuto fare retromarcia sulla procedura di infrazione al nostro Paese, visto che nemmeno fräulein Carola è riuscita a scalfire, anzi, l’animo della stragrande maggioranza degli Italiani, mentre la magistratura era in affanno per le storiacce del Csm, sorge il sospetto che registrazioni effettuate di soppiatto, discorsi su rubli e finanziamenti vari, tutti da provare per altro, puntino a gettare nel dimenticatoio una marea di scandali veri e destabilizzare il Paese, preparando il terreno ad una crisi di governo e a uno sbocco dello scenario politico altrimenti difficilmente motivabile e ottenibile.

La seconda considerazione riguarda il modello con cui si è attivato questo processo di delegittimazione: registrazioni, in apparenza inoppugnabili con automatiche sentenze di condanna già emesse dai grandi mass media: i processi non si fanno più nelle aule giudiziarie, non serve nemmeno un rinvio a giudizio, basta la notizia di una possibile apertura di una inchiesta penale. Non è una novità: “la calunnia è un venticello” che “nelle orecchie della gente s’introduce destramente e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar” e da questo al processo indiziario di staliniana memoria con condanne già scritta, il passo è breve. Forse c’è una sinistra in Italia, la stessa che impunemente ha incassato per decenni non rubli ma dollari veri da Mosca, che perde il pelo, ma non il vizio.

Cui prodest? Qui gli interessi in gioco sono molti: pensiamo anche solo a come nel volgere di pochi mesi Salvini ha bloccato l’indegno traffico di immigrati e smantellato il business dell’assistenza facendo emergere la vastità di un mercato scandaloso dove, tra Ong, associazioni, filantropi e sicuramente tanta gente per bene, s’erano infilati tantissimi approfittatori e malavita organizzata con giri vorticosi di milioni di € fatti uscire dalle casse pubbliche per finire in portafogli privati e nella tasche di malviventi.

Mentre nelle prime pagine dei giornali si discute di ipotetici rubli, c’è chi s’è intascato milioni e milioni di soldi veri dei cittadini, chi continua a sperperare vero denaro pubblico. Rubli ipotetici, mentre Roma viene travolta da veri (e puzzolenti) rifiuti emblema di una città diventata ingestibile a causa di una politica inconcludente su cui si vuole far calare l’oblio. Lo stesso vale per veri scandali, attorno ai quali ruotano interessi che sarebbe bene scoperchiare, come quelli dei minori della Val d’Enza e della cittadina di Bibbiano, per non parlare dei casi devastanti della magistratura e delle nomine nel Csm, sui quali sembra si voglia far scendere il silenzio. Un silenzio da comprare a colpi di rubli. Veri o falsi poco importa: le Fake News si alimentano di Fake Money.

Di Roberto Ciambetti
Presidente del Consiglio regionale del Veneto