Nell’emergenza Covid-19 il Veneto ha fatto scuola. L’Europa ha commesso molti errori, ma c’è bisogno di un innovativo coordinamento europeo per gestire le crisi

(Arv) Venezia 30 giu. 2020 – “Fin dalle prime settimane che hanno segnato l’inizio della pandemia, in Veneto abbiamo vissuto in prima persona una situazione tragica, ma il sistema sanitario regionale non è mai entrato in affanno. Sin dalle prime fasi siamo stati elogiati per la nostra gestione innovativa. Grazie all’intuizione del Presidente Zaia, siamo stati i primi a fare test a tappeto individuando la contagiosità dei soggetti asintomatici, mentre ancora dall’OMS ci dicevano che non avrebbero avuto effetto. Abbiamo creato molti posti letto per terapie sub intensive per trattare migliaia di pazienti. Ci è stata internazionalmente riconosciuta una straordinaria capacità di gestione dell’emergenza”. Così il presidente del Consiglio Regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, alla Conferenza plenaria del Comitato delle Regioni d’Europa a Bruxelles alla presenza di Janez Lenarčič commissario europeo per la gestione delle crisi. “Purtroppo, lo voglio dire chiaramente: l’Europa ha mancato un appuntamento con la storia. Nel momento del bisogno, l’assenza dell’Europa agli occhi dei nostri cittadini è stata palese. La risposta europea non solo è stata tardiva ma è stato evidente l’iniziale sottovalutazione nel comprendere che si trattasse di uno shock esogeno e simmetrico. La crisi del Covid-19 ha dimostrato che c’è ancora molta strada da fare nel processo di integrazione europea. Faccio un esempio: anziché impegnarci a livello europeo per coordinare l’acquisto di attrezzature mediche sui mercati mondiali, abbiamo assistito ad una guerra commerciale tra paesi membri dell’Unione. La pandemia ha mostrato in modo inequivocabile la rilevanza dei territori e delle regioni in tutti i Paesi dell’Unione europea. La conoscenza e la prossimità alle comunità hanno fatto davvero la differenza. Concordo con Lei, quando dice che è arrivato il momento per i paesi UE di concentrarsi sul rafforzamento di soccorsi e scorte mediche a livello europeo. Io credo che questi strumenti dovranno essere disponibili quando una crisi superi chiaramente le capacità di una regione o di un paese. Già lo scorso anno nel parere del Comitato delle regioni, in cui sono stato relatore, si sottolineava la necessità di creare nelle aree transfrontaliere delle banche dati del territorio, condivise tra nazioni confinanti, che individuassero materiali, mezzi e attrezzature. Ecco, io credo che questo progetto debba essere esteso a tutta Europa e debba includere anche il materiale sanitario. Commissario Lenarčič, nel concludere, mi permetta di dirle che c’è un gran bisogno di un coordinamento europeo per uscire dalle crisi e per far tornare la nostra nave a navigare in acque serene. Anche da queste scelte politiche i nostri cittadini potranno comprendere l’importanza dell’UE e del ruolo che in essa rivestono le nostre regioni”