Charlie Hebdo, il periodico francese satirico, questa volta colpisce duro sul crollo del Ponte Morandi a Genova:
La copertina del n. 1361di Charlie Hebdo firmata Riss dopo la strage di Genova
“Costruito dagli Italiani… Pulito dai migranti” Recita il testo e l’allusione alle politiche di gestione degli immigrati in Italia voluta dalla Lega è evidente. La satira al vetriolo ferisce, né più, né meno di quanto non sia accaduto con il caso del terremoto di Amatrice con un’altra violenta vignetta:
Terremoto all’Italiana: vittime del terremoto secondo Charlie Hebdo: Penne al Pomodoro, Penne Gratinate, Lasagne con i morti compressi tra strati di macerie
In quel numero la notizia del terremoto viene ripresa dal giornale francese nell’ultima pagina con questa battuta “Circa 300 morti in un terremoto in Italia. Ancora non si sa che il sisma abbia gridato “Allah Akbar” prima di colpire”
Alle proteste italiane, con tanto di querela del Comune di Amatrice, i vignettisti francesi risposero con un’altra prodezza:
La risposta del periodico di satira francese alle polemiche italiane sul terremoto di Amatrice: “Non è Charlie Hebdo che ha costruito le vostre case, è stata la Mafia”
La satira è sberleffo, derisione, non ha alcuna regola, come spiegò Dario Fo, mira a ferire e far male, poco si cura del buon gusto. Giustamente i vignettisti di Charlie Hebdo sono liberi di fare il loro mestiere. Noi tutti non possiamo dimenticare che, in nome della libertà di espressione, il giornale satirico francese è stato vittima di attentati dinamitardi, con i giornalisti oggetto di minacce fino al tragico assalto del 7 gennaio 2015 che portò alla morte di 17 persone tra cui giornalisti e vignettisti assassinati nella redazione parigina del periodico. Ma io, come cittadino e lettore, sono libero di dire che le loro vignette possono fare schifo ed essere vomitevoli, essere espressione di pregiudizi e stereotipi e soprattutto di un malinteso senso di superiorità, molto francese per altro, grazie al quale si sentono in diritto di insultare chiunque. La vignetta sulla tragedia del ponte Morandi, con l’immigrato (notate le labbra grosse e occhi grandi ingenuamente spalancati sul mondo né più, né meno, di come li rappresentavano le vignette che oggi definiremmo razziste nei primi decenni del Novecento in America come in Europa ?) che pulisce le macerie, da questo punto di vista, deve far pensare. Temo che esse, più che risultato della satira, riflettano il pensiero e i preconcetti di molti transalpini sull’Italia. Chissà se l’immigrato della vignetta non sia un africano preso a randellate dalla gendarmeria francese a Ventimiglia o se non arrivi da quell’Africa Subsahariana succube della Francia, costretta ad adottare come moneta il franco francese africano al cambio paritario con l’euro. Chissà…
Roberto Ciambetti
Presidente del Consiglio regionale del Veneto
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