Forse nel regno delle principesse Ladylike il numero 5 equivale al numero 8. Nel Veneto, dove è in vigore il sistema decimale standard e l’aritmetica non è ancora una opinione i numeri smentiscono le troppe primedonne più o meno improvvisate della politica della sinistra padronale. Leggo infatti che in otto anni Ciambetti e Zaia non hanno acceso un mutuo: l’affermazione alla ladylike contiene una serie di errori. Innanzitutto i limiti temporali e i termini numerici: Zaia è presidente da cinque anni; io sono assessore nella Giunta guidata da Luca Zaia da cinque anni. Se mai fosse vero che non abbiamo acceso mutui, sarebbe da cinque anni e non da otto: singolarissimo errore da parte di chi vuole dimostrare anche di conoscere, oltre all’aritmetica, il Veneto e la sua storia recente. La scarsa dimestichezza con i tempi dei mandati regionali e il difficile rapporto con l’aritmetica si riflette nella conoscenza della matematica finanziaria per non parlare delle norme che sottintendono i mutui a carico dello stato. Un esempio viene proprio dalla vicenda dal traforo di Col Cavalier, che la candidata, dopo averlo preso come esempio della presunta mancanza di volontà di intervenire da parte del sottoscritto, promette di realizzare accendendo un mutuo dello stato a un mese dal suo insediamento. Bisogna conoscere la vicenda per capire quanto sia infondata l’affermazione della candidata e quanto sia fondato il sospetto di una sua scarsa, se non nulla, conoscenza della materia e del caso specifico del traforo di Col Cavaliere. Insomma, altra occasione persa per starsene zitta e studiare da consigliere regionale. Di quel traforo la Regione del Veneto è mero soggetto attuatore, essendo l’opera di competenza Anas, cioè statale e la legge che lo prevede legge nazionale del 2007; come prevede la legge, la Regione del Veneto per aprire il mutuo bandì una gara alle condizioni dettate con lettera del 6 settembre 2013 dal Ministero dei Trasposti di concerto con il Ministero dell’economia e Finanza. Quella gara andò deserta e il 17 marzo 2014 sollecitammo il ministero dei Trasporti chiedendo una modifica al bando di gara perché volevamo assolutamente superare le difficoltà riscontrate e accelerare i tempi. Non ricevendo risposta, il 17 giugno del 2014 riscrivemmo al Ministero proponendo, come Regione del Veneto, la modifica e un nuovo schema di contratto in grado di rendere praticabile, finanziariamente, la gara da parte degli operatori economici che avevano evitato di presentare offerte alle gare. Ancora silenzio ed ecco allora per la terza volta, il 20 ottobre 2014, ennesimo sollecito-richiesta della Regione del Veneto a Roma perché senza il via libera dei competenti ministeri non si può procedere. Ho citato solamente la corrispondenza protocollata e mi sono astenuto dall’elencare le telefonate, gli incontri, i solleciti verbali dei quali non rimane traccia, ma che furono in gran numero. Ora leggere che un candidato alla Regione del Veneto immagina di riuscire a fare tutto in 30 giorni per il traforo di Col Cavaliere vien da sorridere. Forse immagina di affidare il tutto alle mitiche Coop rosse, quelle che miracolosamente non trovano ostacoli davanti a sé. Forse si tratta di una boutade, frutto una approssimativa se non nulla conoscenza della materia, della storia specifica e, più in generale, dei problemi veri che hanno tutti i giorni gli amministratori pubblici.
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