Ciambetti: i tempi sono sempre più stretti
Roma, 30 mag. (askanews) – “I Consigli regionali vogliono essere protagonisti del dibattito sull’autonomia non fosse altro perché domani saranno chiamati a gestire i nuovi scenari e non possono, né vogliono, giungere impreparati a quell’appuntamento”. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, prendendo la parola a nome della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali e delle Province autonome al convegno organizzato ieri dal Cnr a Roma su “Differenziazione e asimmetria nel Regionalismo Italiano” ha voluto “fare chiarezza e sgombrare il campo da equivoci in un dibattito, quello sull’autonomia, viziato se non avvelenato da pregiudizi, falsità strumentali espressione delle resistenze al cambiamento – ha detto Ciambetti – I Consigli regionali possono contribuire in maniera determinante al dibattito sull’autonomia ponendo al centro della riflessione il cittadino, la famiglia, l’impresa, rilanciando quel principio di sussidiarietà che è centrale nella costruzione di una nuova architettura istituzionale in grado di sostenere le sfide della modernità. È chiaro che in questo processo anche il Parlamento, ha tutto il diritto-dovere di pronunciarsi, ma, come è stato ben chiarito, la competenza parlamentare è relativa ad una legge in senso formale, vincolata all’intesa precedentemente raggiunta tra Governo e Regione. Qui mi preme poi sottolineare un altro dato: l’interesse nazionale, chiamato in causa da molti, non è messo in pericolo da chi chiede l’autonomia, non è posto in discussione dalla Regioni che hanno promosso l’iter autonomista e avviato il confronto con il governo nel rispetto puntuale dell’art. 116, 3° comma della Costituzione. L’interesse nazionale è stato messo a repentaglio da chi non è stato in grado di svolgere una attività di buon governo e di buona amministrazione, da chi ha pervaso la pubblica amministrazione da una cultura giuridica che prevede il primato della forma sul contenuto, una cultura in cui non conta il risultato, in cui non si valutano gli esiti e le ricadute delle scelte nel sistema socio-economico”. In conclusione del suo intervento Ciambetti ha rimarcato l’urgenza e la necessità di giungere al più presto ad una soluzione positiva: “I tempi sono sempre più stretti e i mutamenti che stanno investendo le nostre società sempre più profondi e veloci e tali da travolgere le nostre democrazie che, nel caso italiano, sono minate da mali antichi.
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