“Quello che non doveva accadere è accaduto. È presto per dire se solo il caso o, come mi auguro, la bravura di qualcuno nel ponte di comando o nei rimorchiatori ha impedito che lo scarroccio della nave Msc Opera procurasse danni ben superiori a quelli registrati. Da oggi, penso, bisogna accelerare sul progetto presentato al Comitatone e approvato anche dall’ UNESCO: stop alle grandi navi in bacino San Marco è lungo il canale della Giudecca senza con questo pregiudicare la Marittima e mettere a repentaglio posti di lavoro qualificati” Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto vuole evitare polemiche “né intendo gettare la croce addosso al pilota del porto o agli equipaggi di Msc Opera o dei rimorchiatori – ha detto Ciambetti – Le autorità competenti faranno la loro analisi e ci spiegheranno cosa è accaduto. Di certo è accaduto quello che non doveva accadere: tutto il mondo ha capito, almeno me lo auguro, che Venezia non è un parco giochi, una Disneyland da sacrificare all’altare del profitto . Venezia non può sopportare non solo le grandi navi ma neanche i flussi turistici attuali e lo sappiamo da tempo. Che l’incidente odierno sia accaduto durante nei giorni della Festa della Sensa aumenta a dismisura il valore emblematico di questo incidente: la Sensa non è una baracconata ad uso e consumo di un turismo ignorante, è il momento in cui Venezia ribadisce il suo legame con il mare, il giorno in cui si rievocano momenti chiave della storia della Serenissima, dell’impegno in Istria e Dalmazia con l’avvio dell’espansionismo veneziano con il doge Pietro II Orseolo per non parlare della sacralità conferita al ricordo del ruolo svolto da Venezia nel conflitto tra papa Alessandro III e il Barbarossa: oggi sembra quasi che l’incidente di Msc Opera sia una sorta di monito a cui non possiamo sottrarci. Il rito dello Sposalizio del mare non è un simulacro vuoto ad uso del turismo contemporaneo: casomai sono i riti del turismo moderno che non possono essere più sopportati da questa città e dai suoi abitanti” “Non possiamo infine dimenticare che il decreto interministeriale voluto da Corrado Clini, il quale conosceva benissimo la situazione di Venezia, e Corrado Passera, decreto con cui si pongono limiti alla navigazione nelle aree marine protette e nella laguna veneta – conclude Ciambetti – fu varato dopo la tragedia della Costa Concordia: c’è da chiedersi perché bisogna attendere sempre le tragedie. Oggi, magrissima consolazione, possiamo dire che la tragedia l’abbiamo scansata di un soffio, ma i segnali ci sono tutti. Ai cinque feriti, quattro turiste straniere a cui aggiungo la ferita più grave, Venezia, la mia solidarietà e vicinanza”
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