in un anno potremo recuperare circa 15 milioni di quintali di cereali. Un segnale, ma non basta

“Era ora, ma spero che questo sia solo il primo passo: diciamo che siamo davanti a un segnale importante ma che da solo non basta”. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto commenta così “la rimessa a produzione di circa 4 milioni di ettari in tutta Europa, autorizzati dall’UE, di terreni messi a riposo, i cosiddetti ‘set aside’ con i quali l’Ue aveva limitato le superfici agricole coltivate a sementi e cereali, pagando un compenso agli agricoltori, con il risultato, per molti aspetti sconcertante, di aver legato a forniture extra-UE il settore dei cereali. Per l’Italia si tratta di rimettere a produzione circa 200 mila ettari di terreni oggi a maggese. Davanti all’emergenza derivata non solo dalla crisi Ucraino-Russa, ma anche dalla grave siccità che ha colpito gran parte del Paese e dall’impennata dei costi energetici, che, non dimentichiamolo, rischiano di se non compromettere di certo limitare di molto l’attività di almeno un terzo delle aziende agricole italiane, la liberazione di questi 200 mila ettari in Italia di terreni messi a maggese, i set aside, dovrebbe consentire di aumentare di 15 milioni di quintali la produzione di cereali necessari per ridurre la dipendenza dall’estero: un primo passo, dicevo, non sufficiente, che deve essere per altro affiancato da interventi tesi a calmierare i costi energetici e intervenire, se possibile, per arginare l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni dei cereali in balia delle speculazioni di mercato. Come più volte denunciato dalle associazioni degli agricoltori, l’impennata dei prezzi deriva da ignobili speculazioni, da scommesse di una finanza priva di ogni scrupolo e coscienza. La decisione dell’Ue pubblicata nella Gazzetta Ufficiale di liberare questi 4 milioni di ettari in tutta Europa di terreni a maggese è, come dicevo, solo un primo passo a cui devono seguirne altri concreti se vogliamo affrancarci dalla dipendenza dall’estero nella fornitura di cereali”.