La mancata applicazione degli accordi di Minsk II è alla base della tragedia odierna e sostenere che io cerchi per ciò di giustificare la follia della guerra, è una palese mistificazione della verità

“Non replico alle aride parole delle colleghe Camani e Zottis che mi rimproverano d’aver chiamato in causa il principi di autodeterminazione relativamente alle vicende ucraine dimenticando che alla base degli accordi di pace di Minsk II, ai punti 11 e 12, c’era proprio la garanzia della ‘decentralizzazione’ una ‘legislazione permanente sullo status speciale delle aree autonome’ nonché il confronto con ‘con i rappresentanti delle aree autonome delle regioni di Donetsk e Lugansk nell’ambito del Gruppo di contatto trilaterale in base a quanto previsto dalla legge ucraina sulle modalità dell’autogoverno locale nelle aree autonome delle regioni di Donetsk e Lugansk’. La mancata applicazione degli accordi di Minsk II è stato l’innesco di una vicenda che l’Occidente non aveva compreso nella sua portata e che è sfociata nella tragedia attuale”. Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, in una sua nota precisa che “La mancata applicazione degli accordi di Minsk II è alla base di quanto sta accadendo oggi e sostenere che io cerchi per ciò di giustificare la follia della guerra, è una palese mistificazione della verità. Non ho mai chiamato in causa l’autodeterminazione come giustificazione per l’ingiustificabile e attacco russo, che considero una palese violazione del diritto internazionale. Nelle vesti di coordinatore nazionale delle assemblee legislative regionali e delle province autonome ho inviato i miei colleghi a manifestare la loro solidarietà al popolo ucraino anche illuminando le nostre sedi con i colori della bandiera nazionale ucraina mentre già giovedì mattina – continua Ciambetti – avevo diffuso dei comunicati, sia in sede europea sia qui in Veneto, di netta condanna che da soli smentiscono quanti oggi vorrebbero far credere ben altro. Trovo molto squallido, e per molti aspetti anche inquietante, che esponenti politici alimentino polemiche strumentali e meschine, miopi nella loro essenza, quando invece credo che l’intera nazione dovrebbe dare una risposta univoca non solo nella difesa dei diritti del popolo ucraino, ma anche nell’avvio di politiche di solidarietà concreta in grado di rispondere positivamente alla sempre più urgente questione umanitaria, che deve vedere a mio avviso il Veneto in prima fila, riprendendo l’impegno che fu già nostro quando accogliemmo e ospitammo i bambini di Chernobyl: oggi – conclude il presidente del Consiglio regionale del Veneto – quei bambini sono diventati uomini e donne e come li aiutammo a guarire e riprendersi dalla contaminazione per la radioattività assorbita, oggi siamo pronti, sono certo, ad ospitarli con le loro famiglie, curarli se del caso, aprire loro una nuova speranza di vita”.