Proprio questa sera (11 giugno) a Bolzano il professor Marco Bellabarba dell’Università di Trento presenterà il riordino e la restaurazione degli stati italiani all’interno del Congresso di Vienna di cui in questi gironi si celebra il 200esimo anniversario della conclusione che fissò una Europa austroungarico-centrica. Parlare di restaurazione del Congresso viennese in Italia è improprio, come hanno già messo in evidenza gli amici Paolo Franco e Davide Lovat, la maggiore potenza pre-napoleonica a sud delle Alpi, la Repubblica di Venezia non fu restaurata diversamente quanto accadde, a nord delle Alpi, con la Baviera: i territori della Serenissima, da una parte all’altra dell’Adriatico, entrarono nel patrimonio austroungarico, ma ciò non significa che venne meno l’idea di una nazione veneta a sé stante, erede e prosecutrice di una storia millenaria. Oggi, a 200 anni di distanza l’idea di un impero austro-ungarico è tramontata; non si è sopita, invece, l’anima veneta che nella Repubblica di Venezia vede l’anticipazione perfetta del Glocal, pensare globalmente e agire localmente, cioè conciliare le esigenze del governo locale con le sfide dell’economia internazionale.