REGIONE. Il presidente del Consiglio al convegno voluto dalla Duma

«Ho distribuito copie del contratto Lega-Ms5 a giornalisti e politici: erano increduli. Entro l’anno un
Business forum in Veneto per nuovi scambi»

Stefano Valdegamberi e Roberto Ciambetti ieri a Mosca

Dopo aver vestito i panni di osservatore internazionale alle elezioni dello scorso marzo in Russia, ieri il presidente del Consiglio regionale del Veneto, il vicentino Roberto Ciambetti, era ancora a Mosca. È stato invitato da Vyacheleslav Volodin, a capo della Duma, cioè il parlamento della Federazione Russa, a partecipare come oratore al primo Forum Internazionale fra parlamentari. E lì ha fatto da “portavoce” del nuovo governo italiano spiegando ai russi la novità in tema di ritiro delle sanzioni: il Governo giallo-verde è a favore.Presidente Ciambetti, come hanno reagito gli organizzatori del Forum a questo cambio di rotta dell’Italia? Con stupore. Non ci credevano. Ho dovuto mostrare a politici e persino a giornalisti russi il contratto Lega-M5s: ne ho fatto copie cartacee e ne ho spedite altre via mail.Insomma, il Governo giallo-verde è una sorpresa per i russi?Esattamente. Non era ancora conosciuto il contratto tra i due leader politici Salvini e Di Maio. Ed è stato subito ben visto. Anche se, devo ammettere, la prima reazione è stata di incredulità: “Come è possibile?”, mi chiedevano in molti. E io ho spiegato che è cambiato il Governo e con questo il modo di rapportarsi con l’Europa. È tutto scritto lì, in quella paginetta del contratto Lega-M5s. Ho fatto capire che già al prossimo Consiglio d’Europa l’Italia non andrà con il cappello in mano, ma con le idee chiare non più subalterna ad altri Paesi.Passo indietro per capire: perché si trova per l’ennesima volta a Mosca nel giro di pochi mesi?Sono stato invitato al primo Forum che serve per far parlare tra loro i rappresentanti delle tante assemblee legislative di vari livelli: statali e più locali, appunto, regionali.Con lei c’è il consigliere Stefano Valdegamberi, detto “Vladegamberi” attivo nel tessere rapporti con la Russia?Sì, qui siamo gli unici due veneti. Questo evento riunisce istituzioni, politici e politologi, da ogni parte del mondo per la costruzione di un’agenda condivisa. Sullo sfondo c’è il tema strategico individuato dalle Nazioni Unite verso il 2030: lo sviluppo sostenibile. Ma la notizia che tiene banco qui è quella pagina del contratto italiano per il superamento dell’embargo…Non a caso il nuovo Governo Lega-M5s è già accusato di essere filo Putin. Come la Regione del Veneto, del resto…No. Nessuno è filo russo, semmai filo buonsenso. Lo scrivono apertamente Salvini e Di Maio e lo ribadisco personalmente: non si mette in discussione l’alleanza del Patto Atlantico. Siamo però convinti che sia ottuso continuare ad applicare sanzioni che a distanza di 4 anni non hanno sortito effetti. La Regione è vicina a Putin: ha anche approvato una mozione contro l’embargo.Non c’è nessuna sudditanza. Essere contro l’embargo serve a rimettere in moto capitali economici e politici per evitare continue frizioni e creare sinergie per affrontare le vere crisi internazionali.Serve ad aiutare le imprese venete?Sì, e i lavoratori. L’economia tutta: abbiamo perso occasioni clamorose in questi anni. Il più grosso investitore straniero in Russia nel 2017 è stata la francese Auchan seguita dalla tedesca Metro. La grande distribuzione è diventata la chiave per stabilirsi nel vasto mercato russo. Non violano l’embargo, ma hanno posto le basi affinché appena cadrà la stupida cortina di ferro, saranno in polo position per promuovere i loro prodotti. E noi? Il danno complessivo del Veneto ammonta a 688 milioni di euro annui. E a pagare sono le piccole e medie imprese.
Mosca lei sta promuovendo le aziende venete? Questa non è una mission economica. È una prima iniziativa voluta dal
presidente della Duma per mettere insieme le assemblee legislative e dare delle best practice. I detrattori del governo Zaia
nel 2015 sostenevano che il Veneto si sarebbe chiuso. Invece non è mai stato così proiettato verso l’estero. Come fanno i
buoni imprenditori veneti, anche i politici allacciano rapporti e danno concretezza alle buone idee.Qualche esempio?Entro
l’anno realizzeremo un Business forum in Veneto con rappresentanti del mondo imprenditoriale russo per creare
opportunità per le nostre aziende. Ne stiamo parlando ora, qui a Mosca, tra una riunione e l’altra.

Fonte: Giornale di Vicenza