Come nelle previsioni: temporali hanno colpito la periferia sud-est di Roma, Napoli, Reggio Calabria, Caltanisseta e Agrigento e la Rai non ha mancato di informarci con un servizio e immagini eloquenti dei disagi. I danni maggiori a Torre del Greco, dove un edificio è stato evacuato, mentre ad Acerra una pizzeria ha preso fuoco. Il parallelo con il Tifone 4 su 5 che ha colpito la Riviera del Brenta è eloquente e la sproporzione del servizio televisivo è altrettanto chiara.
Come nelle previsioni: il governo stanzia 500 milioni per salvare il bilancio della Regione Sicilia. Secondo il Decreto 78 Enti Locali in discussione al Senato sono previsti 200 milioni come riconoscimento delle mancate entrate Irpef, riscosse dallo Stato anziché dalla Regione più altri 300 milioni a titolo vario. Nello stesso Decreto che stanzia 500 milioni per la Sicilia viene consentito lo sforamento del Patto di Stabilità per i tre comuni colpiti dal Tornado per 7,5 milioni che si aggiungono ai primi 2 milioni destinati dal governo per la prima emergenza. In entrambe i casi si parla di soldi che ritornano nelle realtà che li hanno generati: a dire il vero, il Veneto genera per l’erario una ventina di miliardi in più di quelli che si vede normalmente restituiti. L’iter procedurale per fronteggiare i costi delle calamità è diverso da quello per fronteggiare l’emergenza del bilancio siciliano: nel primo caso gli uomini sono in balia degli eventi e occorre fare e rifare i conti; nel secondo gli eventi, e i conti, sono in balia degli uomini che hanno creato disastri. Per le calamità, con 400 famiglie e imprese in gravi problemi bisogna attendere. Per il bilancio della Sicilia c’è sempre pronto un emendamento.
Come nelle previsioni: quando Veneti, Lombardi, Emiliani devono pagare le tasse siamo tutti italiani. Quando c’è da correre in aiuto a chi ha subito danni o si trova in difficoltà, l’uguaglianza dei cittadini vacilla, traballa. Non si tratta di lamentele: il Veneto di certo non si piange addosso. Prende solo atto di una situazione di disparità.