Quando sento parlare di tagli alla sanità mi preoccupo e non poco. A pagare la diminuzione del peso del Fisco saranno i più deboli: ai già molti che hanno ridotto, e non di poco, le spese e quindi le cure mediche se ne aggiungeranno altri e non saranno di certo cittadini con redditi elevati a dover rinunciare a cure, visite specialistiche e via dicendo. Oggi, proprio ai più deboli viene fatto pagare l’austerità “efficientando”, per dirla con un brutto neologismo, la sanità. Così efficientare, entrato nel vocabolario nel 2011, fa un salto di qualità: da rendere più efficiente qualcosa si trasforma nel far pagare i meno abbienti, che non sono i poveri di un tempo, ma i lavoratori, chi vive del proprio stipendio, quel ceto medio che mediamente ha già rinunciato ad andare dal dentista e dal fisiatra e che va dal medico se proprio non ne può fare a meno.