Quando il popolo in modo democratico sceglie, quella scelta va rispettata. Il dato del Referendum greco, che mi pare inequivocabile nella sua sostanza, dice una cosa: le ragioni della finanza non sono sufficienti a costruire quel cemento con cui si costruiscono le nazioni mentre le politiche deflazionistiche, che scaricano nel mondo del lavoro i costi del risanamento, quando mettono a repentaglio il sistema del welfare non sono accettabili.

Come democratico, europeo, non posso non sottolineare una serie di dati: il Referendum in Grecia è stato anche un grande esempio di democrazia, si è svolto nella maniera più corretta e trasparente. Indipendentemente dal risultato, il referendum è stato una vittoria della democrazia. Personalmente, nel seguire lo spoglio, sono andato più volte alle parole del Pontefice, quando Papa Francesco diceva che in questa grande crisi economica sono state salvate le banche ma non le persone: penso che il risultato della consultazione greca non faccia che confermare questa chiave di lettura data da Papa Bergoglio. Riportiamo la persona umana al centro dell’azione politica, i suoi bisogni, le sue aspirazioni e cerchiamo la strada del dialogo e non quella del diktat imposta da banche e banchieri senza volto e senza consenso.