“Se il Comune si fa delatore riceverà il 55 per cento dei soldi in più introitati dall’Agenzia dell’Entrate? La norma c’è già da anni e non ha riscosso molto successo, anzi”.

L’assessore regionale al bilancio ed Enti locali del Veneto, Roberto Ciambetti, è alquanto scettico rispetto alla proposta contenuta nella Legge di Stabilità e declamata dal governo che “rilancia con enfasi una previsione già esistente ma scarsamente praticata – precisa Ciambetti –. Già oggi i Comuni che firmano una convenzione con l’Agenzia delle Entrate ricevono da questa le dichiarazioni dei redditi dei loro cittadini e fatte, non si sa come e con quali competenze, le opportune analisi  i sindaci possono segnalare quelle posizioni che a loro dire lasciano adito a dubbi: se queste segnalazioni vanno a buon fine il Comune incassa una  percentuale di quanto recuperato. La procedura è farraginosa anche perché prevede competenze non da poco e inoltre credo metta in imbarazzo molti amministratori locali per mille motivi”.
“Nei grandi centri – prosegue Ciambetti – mi sembra di difficile applicazione, nelle piccole realtà si rischia di innescare diatribe senza fine. Ma c’è dell’altro: innanzitutto sulle promesse del ristorno dei proventi alla lotta all’evasione noi, come Regione, abbiamo la triste esperienza del recupero Iva, che non ci è mai stato riversato per la percentuale di nostra competenza come prevede la legge: grazie al nostro lavoro lo Stato ha recuperato Iva evasa in Veneto  tra i 150 e i 160 milioni, mica poco. Avrebbe dovuto versarcene una settantina: non lo ha mai fatto e per questo prendere alla lettera certe promesse, anche se scritte nero su bianco in una legge, non è opportuno. Non è la prima norma che il governo disattende”.
“Mi chiedo – conclude Ciambetti – perché costringere i sindaci a passare da gabellieri per conto terzi, ruolo già scomodo, a inquisitori, ruolo scomodissimo per un rappresentante eletto dal popolo. Si vogliono garantire nuovi fondi ai Comuni? Basterebbe riconoscere delle giuste premialità alle amministrazioni locali virtuose, che tengono i conti a posto, che spendono il giusto, che  hanno diminuito una serie di spese comprimibili in questi anni, che hanno rispettato il Patto di stabilità togliendo, invece, a chi sistematicamente sfora, non riesce a tenere i conti sotto controllo e spreca. C’è una bella differenza tra il premiare chi sa far bene il proprio mestiere e invece compensare chi si fa delatore. Nel primo caso si esalta la funzione e il ruolo degli eletti. Nel secondo, invece, si aizza il cittadino sia contro gli amministratori pubblici sia contro le Istituzioni, allontanando il cittadino dai luoghi della democrazia, trasformando i cittadini in Uffici del fisco”.
28 novembre 2014