Ci può introdurre Ciambetti a questa legge regionale?
“Vent’anni della legge regionale n. 15/1994 “Interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta nell’Istria e nella Dalmazia”. Porgo il saluto del Presidente Luca Zaia oltre al mio a voi tutti e un ringraziamento particolare ai relatori, a quanti si sono impegnati per la riuscita della giornata odierna e un grazie sincero, di cuore, a Ettore Beggiato oggi con noi che della legge 15 fu lungimirante ispiratore e promotore.
Ci può spiegare meglio?
Il Seminario oggi vuole ripercorre 20 anni di attività in applicazione della legge n. 15/1994, finanziate dalla Regione del Veneto e realizzate con la collaborazione di Istituzioni, Enti, Organismi e Associazioni del Veneto, Croazia, Montenegro e Slovenia.
A chi la paternità della legge?
La legge n. 15/1994 fu promossa da Ettore Beggiato, come ho detto, con rara sensibilità culturale e indubbia preveggenza, non appena le circostanze storiche lo permisero, per ristabilire anche attraverso una legge con la sponda orientale dell’Adriatico quei legami culturali e di collaborazione, che non si erano mai sopiti. L’obiettivo della legge era di intervenire in modo strutturato e sistematico per il recupero e la valorizzazione dell’inestimabile patrimonio storico di origine veneta in quelle terre.
Quale strategia per la Regione Veneto?
Quella legge, nel corso degli anni, si è arricchita di un altro significato oggi strategico in quanto essa riafferma la precisa volontà della Regione Veneto di svolgere un ruolo attivo e propulsivo nei processi di integrazione che si stanno sviluppando in tutta l’area adriatico-ionica, con un particolare e ovvio riguardo per le comunità di lingua istro-veneta e veneta – dalmatica che vi abitano e per le loro Associazioni, che tanto contribuiscono, con il loro operato sul territorio, alla valorizzazione e salvaguardia della cultura veneta, oltre che a favorire un clima di dialogo e collaborazione con le comunità di altre etnie nell’Istria slovena e croata, in Dalmazia, nel Quarnero e nelle Bocche di Cattaro.
Ha un esempio concreto?
Non dimentichiamo che non lungi da qui, una delle prospettive più famose al mondo, la riva che unisce San Marco all’Arsenale, è dedicata agli Schiavoni, a ricordare, senza retorica, chi pur abitando dall’altra parte dell’Adriatico indipendentemente dall’etnia fu ugualmente cittadino veneziano non un suddito ma un vero protagonista fedele della storia della Repubblica: questi uomini e queste donne ci parlano dal passato per richiamarci ai nostri compiti odierni di cittadini europei.
Ciambetti, ci sono cifre da ricordare?
Gli interventi realizzati grazie al contributo della Regione del Veneto in 20 anni dalle Legge 15 hanno raggiunto la ragguardevole cifra di n. 600 con un impegno complessivo di € 7,6.
• 109 sono stati gli studi, indagini e ricerche storico-artistiche, pubblicazione di volumi
• 136 le iniziative di sostegno sotto forma di acquisto di materiali e attrezzature per favorire le attività, nonché i numerosi corsi di lingua italiana, delle Comunità degli Italiani di Istria e Dalmazia,. Un cenno particolare meritano i contributi per interventi realizzati negli asili e nelle scuole italiane, che hanno l’obiettivo di tramandare alle nuove generazioni il patrimonio culturale e linguistico italiano e veneto. Penso in particolare il contributo dato all’istituzione del Centro di Ricerche Culturali Dalmate di Spalato e al Centro Ricerche Storiche di Rovigno.
• 120 sono stati gli spettacoli ed eventi culturali di vario tipo, quali rappresentazioni teatrali e musicali, mostre a convegni.
• 196 azioni di restauro del consistente patrimonio architettonico-artistico di origine culturale veneta, comprendete pitture, sculture, antichi organi, mura cittadine, antichi palazzi, leoni marciani e vere da pozzo- Finanziariamente si tratta della parte più consistente dell’impegno finanziario sostenuto in questi vent’anni con € 4,2 milioni;
• 19 sono stati i gemellaggi finanziati tra Enti locali del Veneto e dell’Istria e della Dalmazia.
Ci sono stati vari partners, ce ne può indicare qualcuno?
In questi 20 anni, come si è visto, si è svolto un percorso importante, partendo da una situazione di rapporti anche non sempre semplici quando magari il restauro di un leone marciano incontrava notevoli criticità. Ad oggi questo cammino di relazioni positive e collaborazioni, sviluppatosi con molti enti territoriali di quest’area, ha visto il proprio culmine nei vari processi di cooperazione e integrazione che si sono aperti nell’area adriatico-ionica, che vedono la Regione del Veneto tra i protagonisti.
Tra questi segnalo: l’Euroregione Adriatica, istituita nel 2006, l’adesione della Slovenia prima e della Croazia poi all’Unione Europea, e oggi dell’adozione della Strategia europea per la Regione Adriatico Ionica (EUSAIR), nella quale tante speranze e tante sfide sono riposte, nonché dello sviluppo dei vari programmi europei nell’area, tra cui il Programma INTERREG Italia-Croazia, di cui la Regione del Veneto proprio in questi giorni deve discutere a Bruxelles l’eventuale ruolo di Autorità di gestione.
I rapporti internazionali con questi paesi in tutta l’area adriatico-ionica hanno portato a un qualche risultato?
Sì, con i processi di collaborazione e cooperazione in corso, sono stati coronati alla fine del 2014 con l’adozione da parte del Consiglio Europeo della Strategia per la Regione Adriatico Ionica.
La strada sembra dunque tracciata.
Sì, ed è per questo che m sento onorato perché voglio ringraziare quanti nell’arco di questi vent’anni hanno tentato di ricucire i fili sottili di una trama delicatissima quanto importante per la storia e la cultura europea sotto il segno del Leone di San Marco e di quella Repubblica che fu stato e nazione, punto di riferimento per il diritto e l’economia non solo dell’Europa, ponte tra oriente e occidente.
Riamane forte il legame di Venezia con questi territori?
Non è solo questione di rispetto della nostra comune memoria quanto il riscoprire la forza delle ragioni che per secoli furono il cemento della nostra convivenza. Proprio in questi giorni a Conegliano si sta svolgendo una mostra su Vittore e Benedetto Carpaccio, una mostra che vi invito a vedere e sulla quale occorre riflettere perché narra di un’epoca di crisi e profondi mutamenti, ma anche del viaggio culturale che i Carpaccio intraprendono da Venezia fino a fare di Benedetto un autentico artista istriano, in quell’Istria in cui Biagio da Ragusa sviluppa la sua idea di Rinascimento, mentre Andrea Palladio va disegnando, tra Pola e Spalato, le testimonianze dell’arte antica: basterebbero questi nomi per dimostrare, come vedete, che Veneto-Istria-Dalmazia-Montenegro e isole ioniche sono dei pilastri anche culturali dell’Europa di ieri e di domani.
Quali prospettive?
La legge 15 va letta in questa prospettiva, come pagina con la quale noi tutti, umilmente, ci mettiamo al servizio del domani: in quest’ottica, mi sia concesso, pensare con affetto all’asilo che è stato riaperto a Zara in cui vanno formandosi nel segno della pace e della civile convivenza con la nostra cultura gli uomini e le donne del domani. A chi abita il futuro, dunque, va il nostro messaggio e a voi tutti il mio grazie per aver avuto la pazienza nell’ascoltarmi.
16 marzo 2015
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