Non è vero che siamo fuori dalla recessione: il Pil allo 0,3 per cento in più segnalato dall’Istat è il risultato del prezzo del petrolio in ribasso, della svalutazione dell’euro sul dollaro statunitense e infine della grande liquidità recentemente riversata dalla Banca centrale europea: questi tre fattori sono alla base dei segnali che vengono presentati come di svolta per l’economia italiana, ma la svolta non c’è. Proprio i dati da prefisso telefonico stagliano pesanti ombre sul sistema Italia e sulle politiche degli ultimi governi, da Monti in poi. Cosa significa uno 0,3 per cento in più quando la disoccupazione vola attorno al 13 per cento con oltre il 40 per cento dei giovani disoccupati? Ci rendiamo conto che quella che una volta era una delle economie manifatturiere più importanti d’Europa oggi si trova in fondo alle classifiche e svetta appunto per disoccupazione, debito pubblico e imposizione fiscale da record?